L’Umbria, cuore verde d’Italia e terra di ulivi secolari, è il fulcro di uno studio che collega la sua ricca tradizione enogastronomica, in particolare l’olio, alla figura e all’opera di Dante Alighieri.
Questo legame è esplorato nel libro “Conversazioni dantesche. Olio dell’Umbria: cosa resta del Medioevo dantesco nell’Umbria enogastronomica” curato da Diego Diomedi, che indaga sulle origini e le tradizioni agroalimentari italiane attraverso la lente del Sommo Poeta.
L’Ulivo nella Divina Commedia: Un simbolo spirituale
Nella sua opera, Dante tratta gli elementi legati all’alimentazione non dal punto di vista materiale o nutritivo, ma con un profondo simbolismo spirituale e religioso.
L’ulivo, in particolare, è un elemento denso di significato che Dante cita esplicitamente, a testimonianza della sua importanza culturale e religiosa che affonda le radici nell’età classica, romana e medievale.
- Beatrice e la Corona di Ulivo: L’esempio più celebre è la comparsa di Beatrice, che si presenta a Dante incoronata con rami d’ulivo, un simbolo di pace e saggezza:
«sovra candido vel cinta d’ulivo / donna m’appar- ve sotto verde manto» (Purgatorio, XXX, vv. 31-32).
L’Umbria come Ponte di Tradizione
Il libro utilizza l’Umbria come “ponte” per tessere il fil rouge tra la cultura dantesca e la tradizione enogastronomica del Centro Italia.
Sebbene l’olio sia profondamente radicato nella cultura italiana, la sua diffusione e accessibilità su larga scala sono un fenomeno più recente:
- Un Prodotto Elitario: Fino alla Seconda Guerra Mondiale, l’olio d’oliva, pur essendo un elemento fondamentale della cultura mediterranea, era spesso un prodotto riservato a pochi.
- La Rievocazione Storica: L’interesse per l’olivo umbro in relazione a Dante nasce anche dalla rievocazione storica di San Gemini, un evento che ha voluto dedicare una sezione al Sommo Poeta, sottolineando come la terra umbra custodisca ancora le radici e le tradizioni agroalimentari di quell’epoca.

